LA LEGGENDA DEI LUPI - Presentazione del libro a cura di Elisabetta Giuliani
Presentazione del libro LA LEGGENDA DEI LUPI a cura di Elisabetta Giuliani
“La mia mano non trema, la mia mano vibra”
Se ci lasciamo attraversare dalle fotografie del nuovo di libro di Antonio Manta, non possiamo che vibrare anche noi al ritmo di un movimento non soltanto fisico ma anche emotivo e cerebrale. Ogni singola sfumatura di colore, ogni simbolo inserito evoca forti richiami e ci richiede di partecipare attivamente alla fruizione della stampa con la stessa empatia con cui il fotografo ha ritratto i soggetti coinvolti.
Movimenti calcolati ma sentiti, ogni scatto è il prodotto di una profonda interconnessione tra testa, cuore, sensibilità e infine le mani. Le mani, punto di chiusura ma anche di partenza di questo lavoro, che nel percorso di Antonio Manta rappresenta una svolta ma anche una soluzione di continuità.
Per un fotografo avere un tremore alle mani può rappresentare motivo di profonda crisi, soprattutto se parliamo di una persona che ha fatto della fotografia la sua missione, come Antonio Manta.
Dopo attimi di spaesamento e rifiuto, ecco che però l’artista reagisce, rinnovandosi. Lasciando libero il tremore tanto odiato, per creare scatti anch’ essi liberi, parte di una sola melodia dell’anima che risuona in ogni movimento, in ogni cambio di gradazione di colore, in ogni accostamento d’immagini. Il fotografo si permette di vibrare con essi e si libera esso stesso.
Potremmo definire questo libro una melodia, un tripudio, una corsa di lupi, appunto.
Tutto c’incalza, tutto è evocativo, inutile tentare di decifrare cerebralmente il codice inserito, si può solo partecipare alla danza. Si tratta di una danza ancestrale, si tratta di una corsa di lupi.
Persone libere dai percorsi prestabiliti, come ci spiega l’autore, che hanno capito che la vita è un passaggio e che scelgono di offrirsi per offrire.
Un libro di catarsi per l’autore, di puro orizzonte immaginifico per il fruitore.
“La leggenda dei lupi” è anche continuità nel percorso di vita dell’autore però, che non rinuncia mai alla profonda scintilla empatica con i soggetti coinvolti e alla continua ricerca di se stesso.
Con profondo rispetto, Elisabetta.
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